Così veniva chiamato il percorso che, partendo da Piano Audi, raggiungeva case Andrè e poi, da sopra
case Muggion, deviava verso la montagna e attraverso boschi di faggi e castagni raggiungeva il Colle Matteo,
per poi puntare verso il Colle del Bandito e di lì, scendendo verso Forno, permetteva ai montanari di
raggiungere gli importanti centri di Valperga, Courgnè e Pont, ove potevano approvvigionarsi di filo e
scambiarlo con le tele prodotte. 2
Uno dei sentieri percorsi dai nostri padri, testimone anch'esso di immani fatiche ed inimmaginabili sacrifici,
meritorio per questo, oltre che per valorizzare le sue bellezze paesaggistiche, di essere recuperato e valorizzato.
Per un'accorata e rispettosa memoria del passato e come viatico e segno di speranza per un futuro ove
il rapporto tra il territorio e l'uomo che lo condivide sia improntato a uno spirito di consapevole condivisione.
Dai Cenni storici intorno a Corio e Rocca di Canavese del professore Giuseppe Palmero,
edito a Torino nel 1873 con i tipi della Gazzetta del Popolo:
«Mille e più telai sono ripartiti in molte case del territorio, e servono a far tele di lino, canapa e cotone,
le quali riescono di mediocre finezza; si lavorano esse per negozianti e per altre persone dei circonvicini paesi.
Da questa industria deriva un consierevole profitto alla popolazione, perocchè da ogni telaio si ha ogni giorno
il guadagno di una lira per individuo: siffatti lavori sono eseguiti singolarmente da donne».
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